Gallerie Ossang 2018

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Ossang au Perou du 29 mai au 08 juin 2019

Festival de cine al este: Una mirada a la realidad europea

El evento que refleja lo mejor del cine independiente de Europa Central y Oriental celebra su décima edición

Comienza una nueva edición del aclamado Festival de Cine Al Este, desde el 29 de mayo al 8 de junio. Más de 100 películas serán proyectadas en salas peruanas, muchas de ellas en calidad de estreno latinoamericano, y algunas con temática punk y underground.

El público peruano podrá apreciar esta importante muestra en diferentes escenarios, como el Centro Cultural PUCP, Sala Armando Robles Godoy, Cine Olaya, Cinemark San Miguel y Jockey Plaza, entre otros.

En su décima edición, el Festival de Cine Al Este presentará diez categorías en las cuales destacan la Competencia Internacional de Ficción y Competencia Internacional Documental, ambas abarcarán diez largometrajes, respectivamente.

Otra de las categorías destacadas es Al Este Especial con producciones de estreno; algunas de las cuales han sido galardonadas este año y son muy esperadas por el público. Es importante resaltar que por ser consideradas favoritas no entran en ninguna de las competencias.

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Fj Ossang a Perigueux, mars 2019

Lecture de F.J. OSSANG le 11 Mars 2019
Au Festival de Poésie de PERIGUEUX
(Librairie Les Ruelles) à 18 heures

  • Projection films 9 DOIGTS et DHARMA GUNS
    (Complexe CGR) à 20 heures

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L’essenza stessa dei sogni (Fata Morgana Web)

di MARCO SOTTORIVA

Il cinema di F.J. Ossang può essere letto nei termini di un cinema post-moderno. Al di là del contenuto citazionista, però, una delle caratteristiche dell’arte tipica del post-modernismo è la rappresentazione di una realtà sociale frammentata, relativa, precaria. E come per qualsiasi approccio estetico, anche l’arte di Ossang sembra scaturire da riflessioni che, della vita, contemplano sia la superficie sia ciò che rimane nel profondo, nei pensieri consci o nella realtà dell’inconscio così com’è rappresentata, anche, attraverso la materia onirica. L’approccio della psicoanalisi sembra adatto a contemplare tanto l’esistenza quanto la necessità, a volte, di quella relatività tipica di ogni realtà.

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Applausi per Ossang – Cinematografico.it

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F.J. Ossang – regista, scrittore e musicista pioniere del rock alternativo – autore di culto dal forte impatto e originalità è sicuramente uno dei registi meno normalizzati sul panorama cinematografico internazionale. A Venezia arriva in prima mondiale con Dharma Guns – il suo quarto lungometraggio – in concorso nella sezione Orizzonti. Accolto da un lungo e caloroso applauso alla sua prima proiezione pubblica, Ossang ha lavorato in passato con Joe Strummer ex-cantante dei Clash e con William S. Burroughs, esponente della beat generation. Il film è un lungo viaggio verso l’ignoto in cui il protagonista – Stan – risvegliandosi dal coma, dopo un incidente di sci d’acqua nel quale rimane uccisa la fidanzata Délie, apprende di essere l’erede del misterioso professor Starkov. Partito verso il paese di Las Estrellas viene a sapere che il professor Starkov – probabile padre di Dèlie – ha creato un procedimento chiamato “doppio genetico” di cui Stan e Dèlie potrebbero esserne state le cavie. Inizia – così – per Stan un’odissea di espiazione in cui intuito e telepatia accelerano il corso del tempo…
Dharma Guns – dice Ossang – è un film che ho realizzato dopo diversi anni di silenzio nei quali ho viaggiato, scritto, e meditato sul film senza, però, smettere di guardare l’evoluzione del cinema contemporaneo. Ho voluto attingere – continua Ossang – a un cinema di rivelazione bianco e nero, sole, oscurità, foschie ed elettricità come unici elementi. Lontano dal rivendicare una forma cinematografica post moderna vorrei riaffermare un cinema moderno e al contempo espressione di uno stile antico senza ricorrere ad un eccesso di immagini, tornando ad una poetica cinematografica di volti e paesaggi. In un tempo in cui la morte “industriale” del cinema sembra essere razionalmente, tecnicamente ed economicamente organizzata – conclude Ossang – spero di dimostrare che un cinema di poesia e avventura fantastica è possibile, o meglio, è necessario”.

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9 Doigts sur Quinlan (italien)

Posted 02/26/2019 by Marco Minniti

9 Doigts

di F.J. Ossang

Dopo il premio per la regia al Festival di Locarno, 9 Doigts, quinto lungometreggio del francese F.J. Ossang, trova una distribuzione in sala: un lavoro dalla natura composita e ricca di fascino, tra suggestioni di genere, riflessioni di ampio respiro, riferimenti letterari e cinematografici.

9 dita di tenebra

In fuga dalla polizia, Magloire viene avvicinato da un uomo moribondo, che gli consegna una grossa somma di denaro. Catturato da una banda criminale, l’uomo viene costretto a imbarcarsi su una nave che porta un carico radioattivo, diretta verso un’”isola che non c’è” da incubo. [sinossi]

Che un’opera come 9 Doigts, quinto lungometraggio del regista F.J. Ossang, abbia trovato una (sia pur limitata) distribuzione in sala, è certo un fatto positivo. Un piccolo riconoscimento da parte della distribuzione italiana, per il regista – e musicista, scrittore e poeta – francese, dopo il Pardo d’argento per la regia a Locarno; nell’auspicio di una visibilità che vada un po’ al di là del semplice circuito festivaliero e della curiosità degli addetti ai lavori. Un risultato che, comunque, non cancella la radicalità del film di Ossang, sospeso tra suggestioni di genere e excursus metafisici, tra accelerazioni quasi pulp e riflessioni di ampio respiro, condite di riferimenti letterari e cinematografici. Un film, quello di Ossang, che inizia in media res, senza dare grossi punti di riferimento allo spettatore: un uomo in fuga, una valigia che passa di mano in mano, una banda e un imbarco su una nave. Le motivazioni dei personaggi, anche quando ci vengono spiegate, restano nebulose, indistinte come le forme che si intravedono sulla nave/vascello che trasporta i protagonisti, distorte come il volto del protagonista Magloire riflesso nell’acqua. Intuiamo che la loro missione, che ha come destinazione un’isola composta da rifiuti plastici, è solo il sintomo di un disfacimento più generale, che ha coinvolto l’intera umanità.

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Il Manifesto – Una nave fuori dal tempo diretta verso l’ignoto

Par Luigi Abiusi

In pochi credevano, dopo il Festival di Locarno 2017, in cui vinse il Pardo d’argento per la miglior regia, che 9 Doigts (9 Dita) di F.J. Ossang si sarebbe mai visto in Italia: fosco, catramoso com’è, cargo perso in spazi problematici di non-senso. Eppure in questi giorni Ossang è in viaggio in Italia per presentare il suo film, grazie alla distribuzione congiunta di Rodaggio Film e Reading Bloom, quest’ultima già protagonista qualche mese fa della diffusione in Italia di un altro bianco e nero fortemente espressivo come Still Recording.

MA QUELLO di Ossang è un impasto di cenere e fumo, come eruttato dal centro di Nowhereland, l’isola a cui la nave sembra destinata, e diffusosi per tutto lo spazio del film, sotto forma di cirrostrati di pece che gorgogliano di musica elettronica, di noise, con venature industrial. E si mischia, questo bianco e nero, con il grigio di lamiera, di metallo bisunto del bastimento, per coprire irrimediabilmente il cielo e la pupilla lunare che prima era spalancata a scrutare, sonnambula, l’intrigo del noir che si snoda, anzi si decostruisce nell’intrico delle cabine.

pour lire la suite : site de Il Manifesto

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9 Doigts sur Uzak (italien)

La sovversione dell’anima è declinata nelle più variegate sfumature, dal bianco conducono al nero, e dalle tenebre scivolano nuovamente verso chiarori luminosi, la rifrazione della luce accende i grigi, illuminandoli di scintille che accendono la notte; barlumi lattescenti scivolano liquidi tra le pieghe più nascoste della mente umana.

Rileggendo le trame del noir, F. J. Ossang libera la materia filmica plasmandola in un ibrido di contaminazioni fra generi e forme con un’esplosione anarchica, creando un corpo unico, un organismo libero fagocitante esperienze e derive narrative.
La storia narra di un cargo in viaggio alla volta di una “virtual zone”, l’isola di Nowhereland, una nave fantasma in rotta verso l’isola che non c’è, un non luogo dove sono diretti Magloire (Paul Hamy) e strambi personaggi, a bordo una cassa di polonio, materiale esplosivo pronto a detonare. «La nave volava, si schiantava contro le mantelline, stellava i muri. Qua e là, negli intervalli di notte, fra i lampioni, si vedeva il dettaglio di un volto rosso dalla bocca spalancata, di una mano che indica il bersaglio.» (J. Cocteau 2015, pag. 17)

Un percorso, seguendo il flusso della follia, in un luogo fantastico, come il cinema di Ossang, così insurrezionale e terrorista, come un congegno pronto a tuonare in qualsiasi momento. Antonin Artaud sovente dipingeva come «velenosa» ed «eccitante» la settima arte, la rivelazione di un «imponderabile», di una «liberazione delle forze oscure del pensiero»: l’immagine, nell’accezione artaudiana, è un insieme di forze esoteriche e misteriose che sono pura emanazione «della vibrazione stessa e della stessa origine incosciente, profonda, del pensiero» (A. Artaud 2001, pag. 147).

Ossang dà vita a una struttura anarchica, dotata di uno sconquassante potere tellurico, con un bianco e nero espressionista e dalle nebulose atmosfere oniriche. 9 Doigts, presentato in concorso a Locarno70, dove ha vinto il Pardo per la migliore regia, è un’opera squisitamente punk, una composizione visionaria, vicina per fragore alla musicalità dei New York Dolls o dei britannici Sex Pistols; un’astrazione che dal classicismo del noir anni Quaranta scivola in una rapsodia metafisica dai toni allucinati.

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9 Doigts sur Cine + Club, Premiere diffusion 29 janvier 2019

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Dharma Guns Saint Denis février 2019

DHARMA GUNS (93′ – 2011) film de F.J. OSSANG
sera projeté en copie 35 mm
le 6 FEVRIER 2019 au Festival de SAINT-DENIS

Rencontre-signature dés 20h 30

19° Journées cinématographiques dionysiennes

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